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I RACCONTI DEL CUSCINO - Peter Greenaway

venerdì 14 gennaio 2011

Ciò che conta



Primo post del nuovo anno. Volevo iniziare con qualcosa di forte, bello e che magari generasse dibattito. Avevo diversi spunti da cui partire, ma poi ho letto una lettera su Vanity Fair. Bella, commovente, densa di vita. E ho deciso d'iniziare il mio anno da blogger così, pubblicando questa lettera. Spero che nessuno se ne abbia a male. Ma credo che, essendo stata già pubblicata su una rivista, non sarà un problema metterla anche qui, l'importante è citare la fonte.

Egregio direttore, sono certo che si ricorderà di Antonella di Bergamo. Sono il marito di quella luminosa stella, e le voglio dire grazie per quella pubblicazione che, con le numerose risposte, tanto ha contato nella battaglia contro quel maledetto male. Il metro del male che avanzava era scandito dai numeri di Vanity che restavano ancora imballati. A ogni numero che si aggiungeva, Antonella indicava la pila e mi diceva: guarda cosa mi sta succedendo! Ci avete accompagnato nella lotta, fatto ridere con le risposte ai lettori, riportato di corsa alla normalità con le rubriche.
Purtroppo la battaglia è stata persa giovedì 16 dicembre in una sala d'ospedale, e i colori dell'autunno si sono trasformati nei colori della rabbia e del dolore. In questa disperazione alzo gli occhi al cielo e sono tentato in ogni istante di raggiungerla, poi li abbasso e vedo Asia, che ha solo 6 anni e mi dice di piangere se voglio, e aggiunge che lei non lo farà mai perché la mamma non la voleva veder piangere, o Sara, che ha solo 3 anni e mi spiega che ha male al pancino perché le manca tanto la mamma.
Antonella è stata una donna stupenda che io stesso non ho conosciuto del tutto, e forse questa lettera serve a dire che la vita va vissuta senza leggere l'etichetta, che basta guardare dentro per scoprire un mondo fantastico, ascoltare con attenzione le parole dei nostri figli per trovare in loro una saggezza maggiore della nostra, aprire gli occhi per notare nel nostro giardino un fiore che non avevamo mai notato, parlare con il nostro amico di sempre per accorgerci che non lo conosciamo ancora bene. Appena incontravi Antonella, immaginavi che il suo affetto fosse troppo grande per essere una costante comune a tutti, che fosse dovuto a uno di quei momenti della vita in cui ti senti più buono o più comprensivo. Ebbene no, lei era sempre così, e lo era con tutti, anche con chi non lo meritava: "Se dai amore, non devi aspettare di riceverlo per essere appagato, deve appagarti il solo gesto di darlo".
Antonella è stata la splendida compagna di un viaggio che è durato troppo maledettamente poco per realizzare i nostri progetti e i nostri sogni. Ma sono orgoglioso di scrivere questa lettera e, se decideste di pubblicarla, vorrei che le persone che hanno conosciuto Antonella sapessero che lei era buona con loro così come lo era con tutti, e che le definiva tutte speciali, perché tutte le persone sono speciali, basta solo conoscerle meglio.
Un grazie alla redazione di Vanity, e a tutti quelli che le hanno voluto bene. Ti amo, piccola, e ti amerò per sempre.
IL TUO PRINCIPE

Da Vanity Fair n°1 del 12.01.2011

Non c'è molto altro da aggiungere a queste parole intense. Bastano da sole.
Ovviamente non ho conosciuto Antonella, ho appreso la sua storia dalle pagine della rivista. Ma sono stata profondamente colpita dalla sua lezione di vita ed ho voluto condividerla con tutti. O almeno con chi frequenta il mio blog.
Ho solo una cosa in più da dire: grazie Antonella, grazie Principe. Attraverso queste poche righe ho capito che è questo il tipo di persona che voglio diventare, questo il tipo di ricordo che vorrei lasciare, questo il modo in cui vorrei essere amata.

1 commento:

sasa84 ha detto...

Grazie per aver postato questa lettera... il nome che ci facciamo, le persone che dimostriamo di essere è molto importante... e la storia di Antonella mi ha fatto riflettere su che sorta di impronta sto lasciando io. Spero che sia bella per tutte le persone importanti che circondano la mia vita :)

Io e Nelly Furtado

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